vinitaly2012I VINI STRANIERI NELLA RISTORAZIONE ITALIANA: LA FRANCIA DAVANTI A TUTTI, MA IL NUOVO MONDO BATTE LA VECCHIA EUROPA

Etichette note e riconoscibili affiancate da novità che incuriosiscano il cliente, è questo il mix giusto per una buona carta dei vini. Tra le nuove offerte anche i vini stranieri, ma per gli operatori della filiera intervistati da Vinitaly ci sono dei distinguo da fare. Aggiungi la tua opinione al dibattito sul vino nella ristorazione sul sito http://aspettando.vinitaly.com
46° Vinitaly dal 25 al 28 marzo 2012



I VINI STRANIERI NELLA RISTORAZIONE ITALIANA:


LA FRANCIA DAVANTI A TUTTI,


MA IL NUOVO MONDO BATTE LA VECCHIA EUROPA




Etichette note e riconoscibili affiancate da novità che incuriosiscano
il cliente, è questo il mix giusto per una buona carta dei vini. Tra le
nuove offerte anche i vini stranieri, ma per gli operatori della filiera
intervistati da Vinitaly ci sono dei distinguo da fare. Aggiungi la tua
opinione al dibattito sul vino nella ristorazione sul sito
http://aspettando.vinitaly.com




Verona, 16 febbraio 2012 – «Una carta dei vini dove figurano vini
d’importazione, in particolar modo francesi o del nuovo mondo avrà un
effetto positivo sul cliente del ristorante» (Santi Planeta).


«Da sempre le etichette straniere più importate sono francesi, tedesche e
spagnole, per un discorso di qualità effettiva del prodotto» (Massimo
Spigaroli, chef del ristorante Antica Corte Pallavicina di Polesine
Parmense – PR).


«La maggiore offerta di vini d’importazione è la risposta alla domanda
di mercato, soprattutto per gli spumanti, champagne in primis» (Luigi
Piacentini, presidente di Premium Wine Selection P.W.S.).


L’attenzione ai vini esteri è per i ristoratori «una risposta alla
domanda, alla ricerca di price for value e – al tempo stesso – di
ricarico meno elevato di un tempo. Attenzione, però, a non cadere
nell’equivoco derivante dall’assioma vino internazionale eguale vino dal
prezzo abbordabile, che non è sempre vero. Basti pensare a certe
etichette francesi… o spagnole!» (Alberto P. Schieppati, direttore
editoriale di Artù).


Dalle interviste di Aspettando Vinitaly, disponibili sul sito
http://aspettando.vinitaly.com dove è possibile partecipare al
dibattito, emerge questa settimana uno spaccato sui vini esteri nelle
carte dei vini dei ristoranti italiani.


La Francia, non è una novità, fa la parte del leone, ma la Spagna sembra
avere un prestigio tale da potersi permettere di piazzare etichette
anche molto costose. La Germania occupa la terza posizione, confermando i
dati raccolti dall’indagine “Vinitaly incontra la ristorazione”,
disponibile nella sezione “Studi e Ricerche” del sito www.vinitaly.com.


Dall’indagine è emerso, in particolare, che il 99% dei ristoranti
italiani con carte dei vini con oltre 100 etichette aveva bollicine
francesi, mentre solo il 9% offriva etichette spagnole. Più varietà per i
vini rossi, con il 94% di ristoranti con vini francesi, il 49% con
bottiglie spagnole, il 42% cilene, il 39% dagli Usa, il 35% da
Australia, il 32% da Argentina e il 29% dal Sud Africa. Per trovare una
buona rappresentanza di vini europei bisogna guardare tra i bianchi, che
provengono per 96 ristoranti su 100 dalla Francia, per il 49% dalla
Germania, per il 36% dall’Austria, per il 24 e 22% rispettivamente da
Nuova Zelanda e Australia, mentre vini bianchi spagnoli vengono offerti
solo nel 18% dei ristoranti, al pari di Sud Africa e Stati Uniti (18 e
17% rispettivamente).


Di fronte a tanta offerta, però, secondo Planeta «la migliore carta dei
vini è quella che riesce ad accontentare la ricerca di nomi conosciuti
dal cliente e quella che soddisfa le sue curiosità di novità».






Servizio Stampa Veronafiere