vinitalyA VINITALY INTERNATIONAL USA 2013 PRESENTATI I TREND AMERICANI DI CONSUMO DI VINO: I ROSSI ITALIANI I PIU’ APPREZZATI

I consumatori americani premiano l’eccellenza del vino italiano, confermandolo al primo posto nella classifica dei vini più apprezzati e più venduti
Verona, 2013 – In occasione della
conferenza stampa di apertura della prima tappa di Vinitaly
International USA 2013, John Gillespie, Presidente del Wine Market
Council, ha presentato i risultati dell’Annual Survey of Imported Wine
Consumption Trends in the USA, realizzata dall’istituto Wine Opinions,
sui trend americani di consumo di vino.

Gli Stati Uniti rappresentano un mercato indispensabile per il successo
di un’azienda. Un mercato che anche in tempi di crisi continua a
crescere e ha grandi potenzialità. Un mercato quindi che non può essere
ignorato e, anzi, richiede un’attenzione sempre più specifica come
sottolinea Giovanni Mantovani, Direttore Generale di Veronafiere:
«Vinitaly International conosce perfettamente le opportunità di sviluppo
offerte dagli Stati Uniti e grazie alla propria capacità di creare una
rete di solide relazioni istituzionali e commerciali, rappresenta per le
aziende italiane una piattaforma commerciale particolarmente efficace
per la promozione e l’esportazione dei propri prodotti».

I dati della ricerca evidenziano come il consumo di vino negli Stati
Uniti dal 1993 sia continuato a crescere ogni anno e le previsioni di
chiusura per il 2012 si attestano su un +2,9% sul 2011.

L’Italia risulta essere il primo paese esportatore di vino negli USA,
con un market share nei primi 9 mesi del 2012 in crescita del 7,2%
sull’anno precedente. Un mercato, quello statunitense, che è previsto in
progressiva crescita dei consumi del 2,4% annuo sino al 2016.

Consideriamo anche che gli Stati Uniti è il Paese, tra quelli produttori
di vino, che conta il più grande numero di consumatori di vino, seguito
da Germania, Francia, Uk e Italia: sono infatti 100 milioni gli adulti
che bevono vino almeno una volta ogni 2 mesi. Il 93% di questi
appartiene alla categoria dei “core drinkers”, vale a dire coloro che
bevono vino almeno una volta alla settimana.
I “Millennials”, i giovani tra i 16 e i 33 anni, sono il traino di
questo mercato, ed esprimono abitudini di consumo sempre meno
occasionali e sempre più “core drinkers”.

Entrando nel dettaglio delle quantità di vino d’importazione venduto
negli USA nel trimestre ottobre-dicembre 2012, l’Italia domina la
classifica, davanti a Francia e Australia, sia per quantità assolute sia
per percentuali di acquisto di ciascuna delle quattro fasce di età
analizzate: Millennials (16-33 anni), Generazione X (34-45), Baby
Boomers (46-66) e Over 67.

La ricerca evidenzia che i vini italiani più apprezzati sono quelli
rossi: nel secondo semestre 2012 l’Italia risulta infatti al primo posto
con il 62% delle vendite complessive, registrando un +8% sulla Francia e
+ 1% rispetto alla Spagna.
Il Belpaese si posiziona invece al secondo posto nella classifica dei
vini bianchi e dei rosé con il 35% di quantità di bottiglie vendute,
dietro alla Francia (46%).
E la passione per i rossi italiani, apprezzati per la loro qualità, si
esprime anche per quelli di fascia più costosa, tra i 20 e i 50 dollari,
che gli americani riservano maggiormente alle occasioni speciali. Il
62% degli intervistati li definisce “eccellenti”, dato che scende al 57%
per i vini francesi e al 51% per quelli spagnoli.

Nella graduatoria dei rossi “economici”, che costano meno di 20 dollari
alla bottiglia, Spagna e Italia sono in vetta alle preferenze degli
americani, seguite dalla Francia. Infatti i vini italiani risultano
eccellenti per ben il 36% degli intervistati, rispetto al 32% registrato
da quelli spagnoli e soprattutto il 47% degli americani acquisterebbe
un vino rosso italiano da “avere a disposizione” rispetto al 41% dei
consumatori a favore di quelli iberici.
La popolarità dei nostri vini è confermata dalle scelte degli store nei
quali avviene la maggior parte degli acquisti: l’Italia è al primo posto
sia per l’assortimento che la varietà di etichette con il 55% delle
preferenze, seguita da Francia (52%) e Australia (50%).