Raggiunta quota 45.000 operatori professionali stranieri (che già l’anno scorso avevano raggiunto la quota più alta di sempre con 43.000 presenze) da oltre 110 Paesi. Il preconsuntivo della chiusura supera i 150.000 visitatori: uno su tre viene dall’estero. Vinitaly, dopo aver espresso la propria vicinanza alla Regione Abruzzo e ai suoi espositori, conferma la propria disponibilità ad azioni concrete a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto.
Foto VERONAFIERE: esterno Vinitaly
Verona, 6 aprile 2009 – Un altro record di visitatori esteri a Vinitaly. Tanto che la 43^ edizione è stata definita dagli espositori la più sorprendente e importante di sempre.
A chiusura oggi del più importante Salone internazionale del vino, gli operatori esteri, infatti, sono stati 45.000 (record assoluto della manifestazione) contro i 43.000 dello scorso anno.
Confermata la provenienza da oltre 110 Paesi e alla chiusura dei battenti il totale complessivo delle presenze ha superato i 150.000 visitatori; gli espositori sono stati oltre 4.200 provenienti da una trentina di Paesi su una superficie di 91.000 metri quadrati netti. Riconfermato il numero dei giornalisti, che sono stati oltre 2.400 da una cinquantina di Paesi.
«Veronafiere e Vinitaly – ha dichiarato Luigi Castelletti, presidente di Veronafiere – esprimono la loro più profonda solidarietà ai produttori abruzzesi presenti e a tutta la Regione Abruzzo per il drammatico sisma che ha colpito la loro terra. A loro confermiamo la nostra disponibilità a farci promotori di azioni concrete a sostegno delle popolazioni così duramente colpite».
Facendo un bilancio della manifestazione, Piero Antinori – presidente della Marchesi Antinori e dell’Istituto vino italiano di qualità Grandi Marchi – ha affermato che «c’è stata un’ottima affluenza e molto interesse da parte degli operatori. Si può sicuramente affermare che abbiamo respirato un’atmosfera che si è rivelata migliore del previsto, con la sensazione che Vinitaly 2009 potrebbe rappresentare davvero un mutamento di rotta della situazione attuale».
«Vinitaly – secondo Gianni Zonin – si sta sempre più affermando come punto di incontro mondiale per il vino e sono molto soddisfatto di questa edizione del salone. Importante anche il ruolo che Vinitaly World Tour svolge sia per l’internazionalizzazione della rassegna sia per far incontrare ai vitivinicoltori italiani sempre nuove nicchie di mercato».
«Con la situazione attuale – afferma Antonio Virando, export manager di Tasca d’Almerita – era naturale aspettarsi un Vinitaly sotto tono invece si è confermata una fiera di business. Ho visto molti operatori esteri interessati a continuare ad investire per essere così pronti a ripartire nel momento della ripresa economica. Per quanto ci riguarda è stato il miglior Vinitaly di sempre”.
Ottimo il consuntivo per Michele Bernetti dell’Umani Ronchi, con «affluenza molto buona di operatori esteri, in particolare da Sud America, Australia, Canada, Taiwan, Hong Kong, Seul e Giappone».
La rassegna è stata positiva anche per Castello Banfi con Enrico Viglierchio che ha evidenziato «l’ottima affluenza di operatori sia nazionali che esteri, questi ultimi in particolare provenienti da Europa e Asia. In calo, come era abbastanza prevedibile, gli Usa, anche se i nostri principali partner non sono mancati all’appuntamento».
Contatti importanti, qualificati e seri in particolare con Paesi Scandinavi, Cina e addirittura Aruba per Anna Abbona della Marchesi di Barolo. «Abbiamo registrato non solo entusiasmo, ma anche nessuna richiesta di abbassare prezzi e praticare sconti: segno di un mercato sano».
«Meglio dell’anno scorso», così ha definito questa edizione di Vinitaly Jacopo Biondi Santi che ha dichiarato di aver chiuso più contratti del 2008, grazie ai tantissimi operatori esteri presenti.
«In un momento di crisi economica – ha detto Pia Donata Berlucchi della Fratelli Berlucchi – vedere una tale affluenza e importanza della presenza italiana ed estera, formata da importatori, rivenditori, comunque gente del settore enologico, era davvero fuori da ogni previsione. Ancora più sorprendente il colloquio con queste persone, improntato a progetti, innovazioni, speranze ed ottimismo verso un futuro immediato. Un’iniezione di imprenditorialità che stimola l’intelletto e fa vedere in positivo».
Per Sandro Boscaini, presidente di Masi – «Vinitaly è andato bene soprattutto perché era evidente l’entusiasmo e la voglia di superare la crisi, che va monitorata ma di cui, oggi, conosciamo il perimetro. Per questo la situazione non è drammatica e non dobbiamo spaventarci. Certo abbiamo rilevato un calo di presenze di operatori provenienti dall’area della crisi (Usa, Inghilterra, Germania e Giappone), ma il nostro settore ne esce bene. Gli ultimi tre anni – fa un’analisi Boscaini – sono stati imperiali per il business del vino per cui un ridimensionamento era nell’aria, ma l’entusiasmo di questo Vinitaly è un segnale che se ne può uscire e anche bene. In questi ultimi anni abbiamo vissuto sull’orlo del lusso di largo consumo. Ora i consumatori cominciano a dire ‘vorrei ma non posso’, mentre il vino resiste: un lusso di fronte al quale si può dire ‘vorrei e posso’».
«Vinitaly non ha il potere di cancellare la crisi generale – ha detto Fausto Peratoner, amministratore delegato della cantina La Vis -, nonostante questo c’è un forte segnale positivo per il futuro del vino: dagli Usa al Nord Europa, ai Paesi dell’Est, all’asia; i buyer di questi Paesi li abbiamo incontrati in fiera».
Prosegue l’analisi Emilio Pedron di Giv, per il quale la crisi che tocca il vino è più da imputare a un bisogno di riordino interno del settore piuttosto che alla situazione internazionale.
Per Antonio Motteran, direttore generale di Carpenè Malvolti – «abbiamo avuto incontri con i nostri importatori e distributori ed è emersa una situazione generale incoraggiante, perché nonostante una manifestata cautela i programmi commerciali di lavoro del 2009 risultano sostenibili e sostanzialmente in linea con il 2008. In questo momento è molto più importante occuparsi dei clienti e monitorare quotidianamente le attività in essere, piuttosto che preoccuparsi di una generale situazione negativa di mercato, che non deve assolutamente impedire la ricerca di nuove idee, nuove strategie e nuove opportunità di crescita».
«Sono proprio i momenti difficili che mettono alla prova le nostre convinzioni e i nostri valori – ha detto Vittorio Moretti, patron di Bellavista, Contadi Castaldi e Petra (Gruppo Moretti) – e dobbiamo avere l’audacia di andare avanti credendo nel progresso e nella crescita del settore vitivinicolo».
«La perfetta macchina organizzativa di Vinitaly – ha detto Gianluca Bisol, direttore generale dell’azienda Bisol – è riuscita a stupirci un’altra volta: mai avremmo pensato quest’anno di incontrare un pubblico professionale così numeroso, con grande interesse dall’estero sia da parte dei mercati storici, quali Usa, Europa e Sud America, ma soprattutto da Cina, Russia e Corea del Sud».