Vie”: questi i nomi dei nuovi vini di Tenuta Coppadoro, un rosso e
due bianchi presentati all'ultima edizione del Vinitaly e apprezzati
almeno quanto le bottiglie “ammiraglie”: Pescorosso, Cotinone,
Radicosa.
Alla produzione ormai tradizionale
dell'azienda pugliese (che, oltre ai tre rossi elencati, comprende il
bianco Ratino e il Rosa di Salsola) si affiancano ora un
vermentino pugliese al 100%, un Nero di Troia 100% per valorizzare
sempre di più il territorio, e un Cru bianco fatto con
vermentino – sauvignon, per dimostrare che anche il sud è in
grado di produrre grandi vini bianchi. Così
l'azienda ha voluto seguire due strade parallele: da una parte ha
approfondito le coltivazioni locali, dall'altra ha puntato
all'innovazione.
l'azienda ha seguito la strada del rinnovamento. Il “5Vie” (tante
sono le strade che delimitano terreni della Tenuta Coppadoro) è
vermentino in purezza: avvolgente e intenso, esprime sentori
di acacia, ginestra, melone e banana, con una lieve nota agrumata. In
bocca è fresco, sapido, strutturato e persistente. Ottimo da
abbinare ai primi di pesce, aragosta e tonno ai ferri.
Il “Donpè”, vermentino al
70% e sauvignon al 30%, rappresenta la massima espressione
qualitativa che i terreni pugliesi possono offrire per le uve a bacca
bianca; a primo impatto è fruttato, con sentori di banana,
cedro e litchi. Emergono successivamente profumi di camomilla, mimosa
e fiori di campo. In bocca è fresco, sapido e persistente, è
un vino fine ed elegante, ma allo stesso tempo strutturato.
Facilmente abbinabile ai primi piatti di pesce, salmone ai ferri e
pietanze di media succulenza. Tenuta Coppadoro dedica questo vino a
colui che ha creduto, un tempo, al valore del territorio sanseverese.
Infine, il Brando, unico rosso tra le
novità, è Nero di Troia al 100 %, un vitigno
tipico dell'entroterra garganico, menzionato tra i più antichi
delle regione Puglia. Al naso sensazioni di mora, amarena, pepe nero
e spezie; in bocca è importante, morbido, giustamente tannico
e vellutato. Ideale con agnello alla griglia o arrosto, con
selvaggina e formaggi stagionati. Consigliato anche con piatti a base
di verdure, tipici della zona di San Severo.
Coppadoro è nata nel 2001 ed è diretta oggi da giovani
imprenditori, una decina di ragazzi decisi a sfidare questo mercato e
a valorizzare un territorio riscoperto solo recentemente. Nei tre
vigneti di Contrada Ratino, Contrada Cotinone e Contrada Coppadoro,
il sogno di grandi vini è oggi dunque una realtà fatta
di cifre: 125 ettari in piena produzione, oltre ai 50 ettari non
ancora vitati che attendono un pieno impiego.
La
resa media per ettaro è circa 90 quintali per la linea
classica e 60 per la linea Riserve. I terreni della contrada
Coppadoro giacciono su un leggero declivio che circonda l’azienda.
Quest’ultima ha compreso le grandi potenzialità dei vigneti
di San Severo, e quindi la necessità di concentrarsi su
un’azione che congiunga la valorizzazione della viticoltura
autoctona, di tradizione secolare, a un costante rinnovamento
tecnologico.