La manifestazione in programma il 31 maggio 2009
Il successo dell’iniziativa del Movimento turismo del vino dimostra l’appeal che il profondo legame tra vino e i suoi territori d’origine esercita sia sui wine lover che su chi si avvicina a questo prodotto per la prima volta. I dati del Centro studi di Vinitaly sugli italiani in cantina.
Verona, 29 maggio 2009 – Turismo enologico in continua crescita, ma si può fare di più. Alla vigilia della 17^ edizione di Cantine aperte in programma il 31 maggio, Chiara Lungarotti presidentessa del Movimento turismo del vino, promotore dell’iniziativa che ogni anno coinvolge un milione di persone, dice che «sinergie tra produttori e istituzioni sarebbero auspicabili, perché il turismo del vino è una risorsa per entrare in contatto con nuovi consumatori, facendoli diventare ambasciatori dei nostri prodotti e dei nostri territori anche all’estero».
Tra i visitatori delle aziende che aderiscono a Cantine aperte, infatti, ci sono molti stranieri e comunque anche gli italiani si spostano dalla propria zona di residenza per conoscere nuove aree di produzione.
In questa direzione va la Commissione per l’enogastronomia, voluto dalla neoministra al turismo Michela Vittoria Brambilla e che lavorerà in sinergia con il titolare del dicastero delle politiche agricole Luca Zaia per la promozione, la valorizzazione e la destagionalizzazione del turismo enogastronomico.
«Veronafiere – afferma il presidente Ettore Riello – guarda con interesse, attraverso l’occhio di Vinitaly, a ogni azione che possa aumentare il business di questo settore così importante per l’economia nazionale. Secondo il nostro Centro studi il 40% degli italiani acquista il vino che consuma abitualmente direttamente in cantina. Il 46%, inoltre, considera le degustazioni in azienda uno strumento efficace di promozione, mentre per il 34% lo sono gli eventi aperti al pubblico nelle varie città per degustare e acquistare vino direttamente dai produttori. Le forti tradizioni della nostra cucina regionale, poi – prosegue Riello -, rappresentano un ulteriore punto di forza per la valorizzazione territoriale in Italia e all’estero».
Sempre secondo il Centro studi di Vinitaly, il 50% dei wine lover partecipa a Cantine aperte e circa il 30% si dedica al turismo enogastronomico o percorre le Strade del vino. Rispetto alla media nazionale, infine, gli enoappassionati sono più sensibili alle tematiche ambientali (75,5% contro 42%), perché l’82,5% di loro ritiene che esiste uno stretto rapporto tra vino e tutela dell’ambiente.
Per attrarre sempre nuovi consumatori «ogni anno Cantine aperte si rinnova – dice Lungarotti – e dal 2010 intendiamo lanciare una campagna mirata di comunicazione dell’iniziativa all’estero». Sviluppare il business del turismo enologico significa infatti far conoscere i vini italiani nel mondo, ma bisogna garantire al visitatore un’ospitalità adeguata e di qualità, sia che si tratti di super appassionati che di neofiti curiosi aperti a nuove conoscenze sensoriali e culturali. L’esperienza delle cantine già attive nell’accoglienza può essere trainante per il sistema viticolo nazionale, fatto di tanti vini e altrettante zone di produzione con proprie peculiarità.
«Con Vinitaly World Tour – dice Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – noi diamo supporto commerciale all’estero alle aziende partecipanti offrendo i nostri servizi e il prestigio del nostro marchio più importante, ma anche valorizzando quell’italian way of life, che rappresenta un valore aggiunto alla qualità dei prodotti di punta italiani tra i quali il vino. In questo senso il turismo enologico deve essere considerato una risorsa da potenziare, con azioni mirate promosse anche in collaborazione con Buonitalia, ormai da anni nostro importante partner per la promozione sui mercati internazionali».