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La situazione in Alto Adige
Chi nella tarda estate fa un giro tra
i vitigni altoatesini trova ovunque lo stesso quadro. Viti con grappoli
d’uva pieni e sani che aspettano la vendemmia, che quest’anno inizierà,dipendente da posizione e varietà, con un anticipo tra 10 e 20 giorni rispetto all’anno scorso.

Tanto di buono…
Le prime analisi e verifiche sul
gusto dell’uva fanno sperare i produttori di vino altoatesini e i
consumatori finali in un’annata particolarmente favorevole per la più
parte delle varietà e zone.
Già
durante la fioritura il meteo era ottimale, mantenendosi clemente per
tutto il resto del periodo di maturazione. Anche se in alcune zone
l’estate calda e secca ha comportato livelli quantitativi minori del
solito, l’attuale grado di conoscenza sembra confermare una qualità
media di altissimo livello. Questo vale soprattutto per vini coltivati
in media o alta altitudine. Nelle tradizionali
zone
precoci bisognerà aspettare un po’ per poter dare un giudizio finale
sulle ripercussioni delle caldi notte d’agosto sull’equilibrio tra
tasso zuccherino e di acidità. Per alcuni vignaioli la pioggia degli
ultimi giorni rappresenta un aiuto benvenuto per dare il là alle
proprie uve nell’ultima fase di maturazione.

e poco di negativo

A
rovinare in parte un quadro altrimenti perfetto ci ha pensato, ancora
una volta, la grandine, che ha danneggiato soprattutto alcune
coltivazioni tra Termeno e Caldaro, senza fortunatamente raggiungere il
grado di distruzione dell’anno scorso.
Riportiamo
di seguito le voci di alcuni esperti, enologi e vignaioli per offrire
una panoramica sulla situazione nelle varie zone di coltivazione della
provincia.


Carrellata attraverso le zone di coltivazione

Josephus Mayr, Presidente dei Vignaioli dell’Alto Adige, si dimostra molto soddisfatto dei primi risultati. “L’uva
è sana dappertutto, presenta già adesso ottimi valori di zucchero
abbinati, soprattutto nei siti medi e alti, a un’eccellente acidità. Mi
aspetto un’annata particolarmente buona e sono convinto che possiamo
tranquillamente aspettare ancora qualche giorno con la vendemmia.
Poiché ormai le nottate sono abbastanza fresche, l’equilibrio tra gli aromi può essere mantenuto anche con un ulteriore periodo di maturazione.”

Stephan Filippi, enologo della Cantina di Bolzano,
trova parole ancora più ottimistiche: “Per un’analisi dettagliata
dobbiamo aspettare ovviamente ancora qualche settimana, ma quanto visto
finora nei vitigni e le esperienze con
le
prime consegne mi confermano nella mia convinzione, che il 2009 sarà
una grande annata, che potrà misurarsi anche con quelle eccezionali del
1990 e 1995. Soprattutto per quanto riguarda Lagrein e Schiava sono
davvero soddisfatto. Un enologo non potrebbe augurarsi niente di meglio.

Indimenticabile potrebbe essere anche la definizione giusta per questa annata secondo Anton Zublasing, Presidente della Cantina di S. Michele Appiano, e questo sia per i bianchi, che per i rossi: “Quanto analizzato finora sembra covare
il potenziale per un’annata eccezionale, della quale si parlerà ancora
a lungo. I valori per lo zucchero e gli acidi, ma soprattutto del PH,
sono talmente buoni da farmi pensare che i vini nuovi saranno
straordinariamente buoni e longevi. Unica piccola delusione
viene dalle quantità un po’ridotte, che saranno comunque bilanciate da una qualità a livelli superiori,” è convinto Zublasing.

Paul Hafner del Centro di Consulenza per la frutticoltura,
vede i vini da siti medio alti in una posizione favorevole. “È
ovviamente ancora presto per dare giudizi generalizzati, ma l’ottimo
clima estivo dovrebbe avere
avuto effetti
particolarmente propizi per i siti un po’ più alti, mentre per quelli
bassi e precoci dobbiamo aspettare ancora le prime verifiche sul tasso
di acidità. Molto buono è lo stato di salute dell’uva, e questo anche
grazie
a una rete di consulenza che funziona bene e in modo efficiente.

A proposito
dello stato di salute: anche in Alto Adige cresce il movimento per la
coltivazione biodinamica, che l’anno scorso è stato messo a dura prova
da condizioni meteorologiche particolarmente avverse. Si può parlare di
riconciliazione con il tempo? “Senza dubbio sì”, è la risposta di
Helmuth Zozin, enologo della cantina Manincor di Caldaro. “Le
condizioni climatiche quest’anno ci hanno permesso di crescere uva di
eccellente qualità.
I vini bianchi già raccolti
non sono solo belli dalla vista, ma hanno senza eccezione valori
perfetti di zucchero e di acidità, alimentando già da ora la speranza
di trovarci di fronte a un’annata super. Anche
i problemi legati alle grandinate d’inizio luglio
e fine agosto sono stati risolti meglio del previsto, esclusivamente
con metodi sostenibili e tanto lavoro manuale, comportando alla fine
solo una moderata perdita di quantità, mentre la qualità non ne ha
risentito minimamente.

Per
completare il quadro volgiamo lo sguardo anche verso le zone vinicole
della parte settentrionale della provincia. In Val Venosta si
rispecchia la stessa situazione
del resto dell’Alto Adige. Secondo Franz Pratzner della tenuta Falkenstein di Naturno, la situazione in questo momento
si presenta molto bene. “Il processo di maturazione è già in uno stadio
avanzato, le uve sono tutte molto sane e al gusto di ottima levatura.
L’unico punto di domanda è rappresentato dai valori di acidità, che in
val Venosta sono tradizionalmente a livelli molto alti, conferendo ai
vini venostani una nota particolare e inconfondibile, mentre quest’anno
si attesteranno forse su valori più “normali”.

Simile ottimismo echeggia anche dalla Val d’Isarco, dove è già iniziata la vendemmia del Müller-Thurgau che fa notare valori ottimi. L’enologo della Cantina dell’Abbazia di Novacella, Celestino Lucchin,
esprime tutta la sua soddisfazione: “Quest’anno produrremo sicuramente
solo vini di gran classe. L’uva è rimasta sana per tutta l’estate e
tutti i valori sono a livelli ottimi, anche se dobbiamo registrare una
leggera riduzione del punto di vista quantitativo. Sono particolarmente
curioso di vedere come si svilupperà il nostro Riesling, che dal
potenziale potrebbe diventare un vino indimenticabile, ottimo al palato
e
d estremamente longevo.”

Conclusioni

Il 2008 è stato un’annata difficile dal punto di vista meteorologico per il vino altoatesino. Ciononostante ha sfornato vini ottimi e pluridecorati. Si può quindi essere oggettivamente curiosi di vedere cosa porterà nel bicchiere il
2009, che sembra di avere, almeno stando ai dati e alle informazioni
disponibili in questo momento, tutte le carte in regola per diventare
un’annata storic
a.